Fanucci Editore, Roma, 1974, £. 18.000
Titolo originale: The Dying Earth
Traduzione di Maria Teresa Aquilano e Roberta Rambelli
Jack Vance è uno degli scrittori più atipici del panorama attuale delle letterature non mimetiche. Nato a San Francisco nel 1916, vivente, si è dedicato con successo soprattutto alla narrativa fantascientifica, costruendo una serie di straordinari cicli romanzeschi, come Tschai, Il grande Pianeta e I principi demoni, che hanno avuto milioni di lettori in tutto il mondo. Vance è maestro nella creazione di mondi alieni esotici e pittoreschi, folli e crudeli, ma complessivamente credibili.
Si tratta di una dimensione narrativa molto vicina al fantasy, visto che tali caratteristiche ambientazioni hanno un certo sapore medievaleggiante, che è uno degli ingredienti tipici del fantasy; tuttavia nelle varie vicende appaiono spesso astronavi, o altri strumenti di alta tecnologia, che riconducono il romanzo al genere fantascientifico. Comunque uno dei fondamentali cicli narrativi di Vance, Crepuscolo di un mondo, appartiene a pieno titolo al fantasy, per le ragioni che ora cercheremo di spiegare.
L'opera racconta le vicende di Cugel l'Astuto, un avventuriero che si muove in una Terra del lontano futuro, quando il sole ormai morente la immergerà in un eterno crepuscolo. Nell'imminenza e nell'attesa della fine gli uomini vivono ogni giorno come se fosse l'ultimo, ansiosi di agire, sperimentare, godere, conoscere; e in questo mondo pericoloso Cugel dovrà imparare e poi praticare quelle arti magiche che hanno ormai sostituito, sulla Terra al crepuscolo, l'antica scienza e la tecnologia. Ed è questa, appunto, la peculiarità dell'ambientazione che ci permette di ascrivere il Crepuscolo di un mondo al genere fantasy: nella Terra morente la magia è la regola, e la scienza appartiene ad un lontano passato, oggetto della ricerca di pochi studiosi eretici, che inseguono antiche formule chimiche, fisiche, matematiche; ma i signori del mondo sono i signori della magia, che sembrano violare, coi loro poteri straordinari e insondabili, le leggi naturali stabilite da tempo immemorabile.
Con una buona dose di cinismo, alternando diplomazia e forza, Cugel riuscirà a sopravvivere, e potrà permettersi il lusso dell'ironia e del sarcasmo, e anche della ricerca di un significato non puramente materiale per la propria esistenza, all'interno della vicenda di un mondo comunque già definitivamente condannato.