Avete mai saputo di un libro dall'autore sconosciuto, senza titolo, di datazione quanto mai incerta, con un soggetto a dir poco ambiguo che sia, al contempo, il più antico testo poetico, redatto in volgare, dell'Europa, l'opera più importante della letteratura anglosassone nonché, un chiarissimo esempio di epica germanica antica ? Se la risposta a questa domanda é affermativa, allora quasi sicuramente vi riferite a quel testo denominato Beowulf, dal nome dell'eroico protagonista della vicenda. Tuttavia l'unicità del Beowulf non riguarda solamente ciņ. Prima di tutto particolarissima (e assai discussa dai critici) é la trama che ha dato luogo a numerose ed assai diverse interpretazioni circa le finalità ed il genere stesso dello scritto. Secondariamente é uno dei pochissimi libri che trattano semplicemente lo scontro tra un uomo ed un mostro, ripetuto, con lo stesso schema, tre volte.
Soprattutto quest'ultimo aspetto ha dato luogo ad un'infinità di interpretazioni che cercherņ, ovviamente in maniera sommaria e nient'affatto esaustiva, di indicare più in là.
Vorrei ora terminare questa breve introduzione con una curiosità: spesso la storia riserva strani destini alle opere artistiche più importanti; particolare, senza dubbio, é quello che é stato riservato al Beowulf, tanto che possiamo quasi casuale la sua scoperta. L'unico manoscritto che abbiamo contenente il racconto e' il codice Cotton (dall'antiquario settecentesco Sir Robert Cotton) Vitellius (dalla sistemazione nella sua biblioteca, sotto il busto dell'imperatore romano Vitellio), ora custodito al British Museum di Londra. Esso risale al X secolo e fu scritto da due scribi, che si danno il cambio a metà del poema, insieme con altri quattro testi in prosa e poesia, forse accomunati dal tema del meraviglioso e del mostruoso, così nell'ordine: la Passione di S.Cristoforo, le Meraviglie d'Oriente, le Lettere di Alessandro Magno ad Aristotele, Il Beowulf e la Judith, frammentaria. Danneggiato da un incendio settecentesco, che ha reso in parte illeggibili gli ultimi fogli del poema, il codice non sembra far parte di una larga diffusione.
Come tutti i critici sostengono, il Beowulf ha più di una trama. Accanto a quella esplicita, infatti, ve ne sono altre "nascoste": queste rappresentano, secondo molti, il vero soggetto del testo, nonché il grosso del "corpus critico" del Beowulf.
La trama per così dire esplicita č decisamente semplice: Beowulf, un giovane principe Gaeta già famoso per alcune sue valorose azioni, attraversa l'Øresund per andare in aiuto a Hrodgar, re della Danimarca. Questo, dopo aver costruito una magnifica reggia, il "Cervo", subisce continui attacchi da ormai dodici anni da parte di un Orco, Grendel, che abita un'attigua quanto misteriosa zona paludosa. La stessa notte del suo arrivo nella reggia il mostro entra in azione uccidendo una persona, ma immediatamente Beowulf reagisce combattendo a mani nude. La sua sovrumana forza fisica gli consente strappare un braccio al rivale che si dilegua morente.
La notte seguente, tuttavia, sopraggiunge la madre di Grendel che compie una strage tra i dormienti cortigiani della reggia e si dilegua. Beowulf, pregato da Hodgar, s'immerge armato nella palude per cercare il mostro, ma riesce ad ucciderlo solo dopo un lungo combattimento con una spada magica (trovata nel rifugio dell'orco). Al ritorno Beowulf viene festeggiato e premiato con preziosi doni.
Circa cinquant'anni dopo ritroviamo Beowulf ricco e famoso re dei Gaeti. Improvvisamente un drago, che vive in un tumulo funerario, attacca il paese incendiandolo tutto insieme alla reggia. Beowulf, allora, decide di combatterlo da solo, armato di tutto punto con tanto di cotta e scudo di metallo. Ma durante il combattimento gli si rompe la spada e viene avvolto dalle fiamme del drago. Solamente con l'aiuto di Wiglaf, un suo giovane nipote, riesce infine ad uccidere il drago con il suo pugnale, ma le ferite riportate sono troppo gravi e Beowulf muore. Verrà infine sepolto in un tumulo contenete tutto il tesoro che il drago custodiva.
Se dall'esposizione asettica della trama si puņ presupporre un opera "semplice" e comune, da una semplice lettura del testo ci si puņ rendere immediatamente conto della complessità della narrazione nonché della sua raffinatezza. Ciņ di per sé potrebbe essere sufficiente per ricercare qualcosa di più profondo, qualcosa che vada al di là delle semplici vicende illustrate. Lo sarebbe quasi sicuramente se si estrapolasse il testo dal periodo in cui venne scritto ma, anche qualora ciņ non avvenisse, si potrebbero trovare molte altre giustificazioni. Molti critici, dunque, interpretano il Beowulf come un testo decisamente allegorico e, partendo da questo presupposto, si possono rinvenire nel testo notevoli tracce a proposito.
La più emblematica, a mio avviso, è rappresentata dalla sepoltura di Beowulf assieme a quel tesoro immenso sottratto al drago che la custodiva a costo della vita. Chiara risulterebbe così l'allegoria degli oggetti terreni, oggetti per il quale Beowulf ha combattuto stoltamente non potendo, ora, gioire delle conquiste. Tant'è che il testo conclude: "Così lamentarono i principi gaeti, la morte del loro signore, i compagni delle sue stanze. Dissero che era stato, fra tutti i re del mondo, il più generoso con i suoi e il più cortese degli uomini, il più gentile con la sua gente, e il più smanioso di gloria".
Il secondo aspetto che fa parlare alcuni di un'altra trama parallela è la cosiddetta "cristianità" del Beowulf. Nella considerazione di ciò sicuramente influisce la vicenda in alcuni aspetti simile alla leggenda cristiana di S.Giorgio raccontata nella Legenda aurea; tuttavia occorre considerare che S.Giorgio, nella sua lotta contro il drago, è una chiarissima icona della lotta umana (più che divina) contro il Male ed i mostri. Essa, inoltre, è l'icona per eccellenza che corrisponde all'intero periodo medioevale Europeo e qui, dunque, viene da chiedersi se sia la vicenda del Beowulf a procurare allusioni o se non sia, invece, la presenza dei Mostri che fa ricordare S.Giorgio. Il discorso è assai ingarbugliato e, tentando di dipanarlo, si rischierebbe forse solo di arrivare ad un punto morto, dove si dovrebbe decidere pressappoco se sia stato ideato prima l'uovo o la gallina. Comunque, per dovere di completezza, riporto alcuni passi di Federico Olivero nel suo commento al poema: "Un'aura religiosa spira tutto il poema; noi sentiamo in esso l'adorazione di Dio, [...] la presenza ostile del Male, che viene combattuta nelle sue sataniche forme. [...]. Il poeta propugna l'osservanza della legge divina; egli sente - ed a noi trasferisce - l'emozione dell'inevitabilità del destino, il senso della condanna, la fatalità personale; tuttavia non ci presenta il fato come una forza onnipresente, indifferente od un sinistro, ostile, maligno Potere, ma come una misteriosa Provvidenza, che tutto opera a nostro bene, ed a cui, anche ne' suoi più terribili decreti, noi dobbiamo inchinarci con fiducia e rassegnazione". (Federico Olivero, Beowulf, pg.15-16).